PLANET FARMS: verticali per elezione

Lo sapevate che a Cavenago Brianza ha sede una delle maggiori vertical farm in Europa, tra le più grandi al mondo? Vi raccontiamo come è nata e in quale modo questa azienda sta rivoluzionando l’agricoltura tradizionale.

Prendete due amici fin dall’infanzia, Luca Travaglini e Daniele Benatoff, milanesi d’origine. Aggiungete la voglia di innovare e la capacità di sognare un mondo differente. Metteteci anche la passione per il buon cibo e il rispetto per le migliori tradizioni italiane. Unite il tutto con visione imprenditoriale e un team qualificato e motivato di esperti, tra cui agronomi, biologi, tecnologi e ingegneri con importanti abilità professionali in settori che vanno dalla ricerca scientifica all’esplorazione dello spazio.

Ecco la ricetta che ha dato origine a una delle aziende più sorprendenti del panorama nazionale, con sede a Cavenago Brianza. Planet Farms, raccontata in poche parole, ribalta il ruolo storico della tecnologia in agricoltura, che non viene più impiegata per difendere bensì per prevenire.

Cambia il paradigma

Non si mira più a correggere l’ambiente naturale tramite tutte le pratiche necessarie a proteggere le piante coltivate dalla presenza di troppo sole, vento, grandine, insetti, funghi parassiti e erbe infestanti, ma piuttosto a salvaguardarlo creando le condizioni ideali per la crescita dei vegetali.

Come?

Grazie al vertical farming, un sistema che crea un mondo ideale e sostenibile attorno alle colture, raggiungendo un connubio perfetto tra tecnica e natura.  Le piante ricevono l’ideale intensità e tonalità di luce grazie a speciali lampade LED ad alta efficienza e risparmio energetico. Temperatura e umidità sono gestite in modo ottimale grazie a un sofisticato sistema di climatizzazione. Un accurato filtraggio dell’aria impedisce l’ingresso di parassiti, microrganismi e particolato (tecnologia delle camere bianche), in tale modo nessun pesticida, erbicida o altro agro-farmaco è più necessario. L’acqua di irrigazione e i sali minerali vengono riciclati, riducendone il consumo.

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Leggi l’articolo completo su Vivere 130 (da pag. 20)!