PLASTIFICAZIONE: A COSA SERVE E QUAL È IL METODO PIÙ ADATTO AI MIEI STAMPATI?

Sicuramente ne avrai sentito parlare o possiedi già dei documenti plastificati, in ufficio così come a casa. Ma sai cos’è davvero la plastificazione e per cosa viene utilizzata? Vediamolo insieme.

 

Che cos’è la plastificazione?

La plastificazione della carta è un semplice processo che permette di unire allo strato di carta una pellicola sintetica lucida o opaca che ne migliora l’aspetto e che le conferisce una maggiore resistenza.

 

A che cosa serve?

Il primo motivo per plastificare uno stampato è per aumentarne la resistenza all’usura. Ci sono molti esempi di plastificazione nel quotidiano, per esempio la copertina del libro di testo di nostro figlio: se provassimo a strapparla dovremmo usare tutta la nostra forza.

La plastificazione serve anche come barriera per gli odori e rende il prodotto impermeabile, pensiamo per esempio al brik del succo di frutta.

 

Plastificazione a caldo o a freddo

Esistono due metodi principali: a caldo e a freddo.

Nella plastificazione a caldo la laminatrice viene riscaldata, poi viene inserito il foglio ricoperto da film plastico che scorre grazie a dei rulli, fino a passare tra due lamine riscaldate che uniscono gli strati grazie al calore e alla pressione. Questa tipologia è usata in tutti i materiali cartacei in cui il calore non genera nessuna alterazione del supporto.

Nella plastificazione a freddo il foglio scorre tra due film adesivi attraverso rulli che, pressandolo, fanno sì che i film aderiscano al foglio. Il collante a freddo è indicato per l’adesione su materiali sintetici che non hanno porosità.

Ci sono differenze tra plastificazioni?

L’esperienza tattile di un oggetto è data dal tipo di plastificazione usata. Su cataloghi e stampati la più usata è quella opaca che abbassa i toni dei colori rendendoli visibilmente più naturali; l’esatto opposto è la plastificazione lucida che va ad aumentare la saturazione dei colori rendendoli aggressivi e vistosi. Ultimamente va per la maggiore la soft touch, che di base è opaca, ma che al tatto dona un’esperienza vellutata e rende il manufatto prestigioso.

Un consiglio per i designers

È buona norma plastificare carte o cartoncini con superfici lisce, ogni minima ondulazione della superficie, infatti, potrebbe far scollare parzialmente la plastificazione quando andiamo a piegare lo stampato. Inoltre, più il colore di base è scuro, maggiormente si vedrà il difetto con antiestetiche pieghe.

La plastica può essere green?

Da recenti ricerche è emerso che la plastica può essere “green” se prodotta con sostanze biocompatibili. Le bioplastiche derivano, infatti, da materie prime rinnovabili e biodegradabili e sono il prodotto di una combinazione di elementi vegetali che attraverso processi naturali si trasformano in plastica “naturale”.

 

In conclusione, esistono diversi tipi di plastificazioni: la plastificazione antibatterica, di grande attualità, ma anche quelle più conosciute come le telate, le lenticolari, le oleografiche, le goffrate… L’importante è esaltare in modo creativo i materiali per rendere accattivante la comunicazione.

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